Mahmood sostiene il ddl Zan contro l’omotransfobia: il cantautore esprime il proprio parere attraverso un post Instagram.
Continua la campagna mediatica di gran parte dei big della nostra musica a favore della legge Zan. Stavolta a far sentire la propria voce è stato Mahmood. Il cantautore di Soldi, a differenza di Elodie, Fedez e Levante, non ha voluto però entrare in una diatriba a distanza con la Lega o il senatore Pillon. Ha preferito invece sottolineare quanto sia importante una legge contro l’omotransfobia e la violenza per assicurare la massima libertà a tutti noi.
Mahmood a favore della legge Zan
Il ddl Zan è ormai all’ordine del giorno. Dopo lo stop avuto in Senato, che aveva fatto esultare il senatore della Lega Pillon, in molti hanno ripreso a occuparsi di una tematica importante. Tra questi anche Mahmood, che ha voluto esprimere pubblicamente il proprio appoggio alla legge contro l’omotransfobia.
Spiega il cantautore milanese attraverso alcune storie su Instagram: “È di fondamentale importanza approvare la legge Zan. Ho sempre pensato che episodi di discriminazione basati sul sesso, sull’identità di genere o sull’orientamento sessuale debbano essere condannati. Mi è capitato più volte di assistere impotente a scene di questo tipo, soprattutto durante la mia adolescenza. A volte, forse per paura o debolezza, mi sono trovato inerme davanti a situazioni che per me erano e sono una violenza. Violenza che uccide la libertà di ciascuno di essere se stesso. Ora ho 28 anni e sento di dover avere come tutti la responsabilità di sostenere questo disegno di legge“.
Michele Bravi come Mahmood
Poco prima dell’artista di Inuyasha era stato Michele Bravi a esprimere considerazioni simili, sempre tramite social. Le loro parole hanno fatto eco a quelle di Tiziano Ferro di qualche mese fa, sempre a favore del disegno di legge in questione, ma anche a quelle di Fedez, espresse pochi giorni fa in un lungo sfogo rivolto al senatore Pillon.
La comunità musicale italiana sembra dunque essersi unita nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i membri del senato su una questione che non può essere ritenuta di secondaria importanza. Basterà questo a far ripartire la discussione anche nelle sedi più opportune?